Ore di riposo insufficienti, difficoltà ad addormentarsi, sonno troppo leggero, sonnambulismo e altre alterazioni delle naturali fasi del sonno sono problemi molto diffusi in età avanzata, che rischiano di avere ripercussioni anche gravi su molti altri aspetti della salute dell’anziano.
Dai dati pubblicati a fine 2017 dalla Società Italiana di Gerontologia e Geriatria è emerso come oltre 10 milioni di anziani siano affetti dal problema, legato non tanto (come spesso si pensa) alla carenza di sonno quanto alla sua qualità. Quali sono, quindi, le cause più comuni, e quali le possibili soluzioni?
Le cause del cattivo riposo
I fattori alla base di un disturbo del sonno sono di natura piuttosto varia, e includono:
- necessità di recarsi al bagno
- ansie e preoccupazioni
- dolore cronico
- difficoltà nella respirazione
- cibo in porzioni eccessive e cattiva digestione
Con l’avanzare dell’età si tende inoltre a trascorrere meno ore all’aperto, esponendo meno gli occhi alla luce solare e rendendo difficile la sincronizzazione dell’orologio biologico col ciclo giorno-notte, con conseguente aumento dei “pisolini” diurni, meno riposanti rispetto al sonno notturno. L’eccessiva sonnolenza diurna (ESD) è stata perfino categorizzata come vera e propria sindrome, spesso sintomo di problemi più profondi.
Da non sottovalutare è poi l’impatto sul sonno dell’assunzione di determinati farmaci, come diuretici e betabloccanti. Questi ultimi interferiscono sulla naturale produzione di melatonina da parte dell’organismo, di per sé già ridotta in età avanzata, mentre altri (fra cui gli antidepressivi) causano un marcato aumento della sonnolenza diurna.
Per finire, il regolare ritmo del sonno può essere alterato da fattori esterni. Se l’anziano condivide l’ambiente domestico con figli e familiari, ad esempio, la mancanza di controllo di fattori fondamentali come temperatura e rumore può pregiudicare il corretto riposo.
Soluzioni per il giusto dormire
I disturbi del sonno non sono qualcosa da prendere sottogamba: possono essere infatti affidabili campanelli d’allarme per l’insorgere di Parkinson, demenza e altre malattie neurodegenerative. La costante osservazione medica è quindi una fra le principali precauzione da adottare, ma molti sono anche gli accorgimenti possibili nella vita di ogni giorno.
Mangiare carboidrati la sera e un programma di esercizio fisico dolce ma regolare favoriscono il buon riposo, così come un ridotto consumo di alcol, i cui effetti “sonniferi” possono risultare allettanti per chi fatica ad addormentarsi la sera ma la cui assunzione eccessiva riduce sensibilmente la qualità del sonno.
Il maggior toccasana è però una routine fissa per le ore di sonno, cui attenersi con regolarità facendo attenzione soprattutto a svegliarsi sempre alla stessa ora. Evitare caffeina e altre sostanze stimolanti nelle ore precedenti al riposo è un altro buon consiglio da seguire.
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