Assistete un anziano con invalidità al 100% e non autosufficiente? Allora avete a diritto a percepire la cosiddetta indennità di accompagnamento. Attenzione: in realtà il beneficiato non è chi fornisce assistenza. E’ l’anziano stesso. Come si fa? Non è facile. Perciò vi spieghiamo qui come si ottiene l’indennità di accompagnamento.
COS’È’ L’INDENNITÀ’ E CHI PUÒ’ RICHIEDERLA
Intanto cerchiamo di capire bene le parole. L’invalidità è la riduzione della capacità lavorativa (o della capacità di svolgere i compiti e le funzioni proprie dell’età, per chi ha meno di 18 anni o ha superato l’età pensionabile), solitamente espressa in percentuale. Più è alta la percentuale, più la capacità di lavorare dell’interessato è ridotta.
Il diritto all’accompagnamento presuppone un’invalidità totale, ossia del 100%, e si ottiene se l’interessato non è autosufficiente. Per gli anziani, a partire dal 1° gennaio 2018 il requisito anagrafico per richiedere l’assegno sociale è aumentato ed è pari a 66 anni e 7 mesi; a questo aumento si aggiunge inoltre quello derivante dall’adeguamento all’incremento della speranza di vita.
La persona si reputa non autosufficiente quando necessita di un accompagnatore per camminare, o di assistenza per compiere gli atti quotidiani della vita.
L’assegno di accompagnamento è, dunque, una prestazione di assistenza: in particolare, nel 2018 l’assegno ammonta a € 515,43 per mese, riconosciuti dall’Inps indipendentemente dal reddito del richiedente, spetta per 12 mensilità ed è esente da Irpef, cioè non è tassato e non va dichiarato in denuncia dei redditi né concorre alla determinazione del requisito reddituale previsto per l’attribuzione di altre prestazioni sociali o assistenziali erogate dallo stato. L’indennità, inoltre, non è reversibile ai superstiti.
L’assegno viene concesso a tutti i cittadini italiani o UE residenti in Italia, ai cittadini extracomunitari in possesso del permesso di soggiorno Ce per soggiornanti di lungo periodo a condizione, sempre, che siano residenti nel nostro territorio. Per il riconoscimento del beneficio non sono previsti limiti minimi e massimi di età.
Tutto sta nel presentare una domanda per ricevere l’indennità di accompagnamento. Come si fa? Vediamo.
IL CERTIFICATO RILASCIATO DAL MEDICO CURANTE
Prima di tutto occorre il certificato scritto dal medico curante che attesta che l’anziano possiede una determinata percentuale di riduzione della capacità lavorativa. Per ottenere l’accompagnamento, come anticipato, è necessario essere riconosciuti invalidi al 100%.
Inoltre, per il diritto all’accompagnamento, il medico deve anche scrivere, nel certificato, che l’anziano non sia nelle condizioni di muoversi senza l’aiuto di un accompagnatore e allo stesso tempo non è capace di provvedere alle azioni minime indispensabili della vita quotidiana senza un’assistenza continua.
COME INVIARE LA DOMANDA ALL’INPS?
Ci sono due modi: dopo che il medico ha inviato all’Inps il certificato, lo stesso deve rilasciare un’attestazione con il numero di protocollo. Per inviare la domanda all’Inps, l’interessato deve essere in possesso del “codice pin dispositivo”, o dell’ “identità unica SPID” per l’accesso ai servizi online dell’INPS. Altrimenti si può sempre inviare la domanda attraverso un patronato, senza bisogno del pin o dello SPID.
Nella domanda bisogna inserire queste informazioni:
- dati personali: indirizzo, numeri di telefono, email, eventuale domicilio per l’invio delle comunicazioni
- eventuale indicazione di un nominativo e di un’utenza telefonica di una seconda persona, per contatti
- numero del certificato rilasciato dal medico curante
- condizione per la quale si richiede il riconoscimento dei requisiti sanitari:
- sordo civile
- cieco civile
- invalido civile
- portatore di handicap
- collocamento mirato
- l’Asl territorialmente competente
- eventuali giornate da escludere per fissare l’accertamento
A questo punto bisogna attendere la visita dell’apposita commissione medica dell’Asl, che si conclude con un verbale, nel quale possono essere riconosciute o meno la condizione d’invalidità, di handicap, di non autosufficienza, o ulteriori condizioni.
FONDAMENTALE: INVIARE ALL’INPS I DATI ECONOMICI
Se il richiedente ha diritto ai benefici previsti per legge, per ricevere l’indennità, bisogna però trasmettere all’Inps i dati socio-economici e reddituali necessari – altrimenti l’INPS non può concedere le prestazioni. Comunque è sempre possibile ricorrere ad un patronato per effettuare questa operazione.
A CHI NON SPETTA L’INDENNITA’
L’indennità di accompagnamento non spetta invece a coloro che:
- sono ricoverati gratuitamente in istituto per un periodo superiore a 30 giorni;
- percepiscono un’analoga indennità per invalidità contratta per causa di guerra, di lavoro o di servizio.