L’abbandono degli anziani: dal problema alla soluzione

E’ ufficiale: abbandonare gli anziani è reato. Infatti con la sentenza 44098 la Corte di Cassazione sancisce i diritti e doveri dei figli nei confronti di genitori anziani: l’abbandono di genitori anziani costituisce reato. La Corte ha così affermato la reciprocità dei doveri familiari: anche i figli devono sostenere un genitore anziano.

Attenzione: non si tratta solo di un dovere che può essere espletato economicamente. La sentenza impone l’obbligo di assistenza anche morale(e non solo materiale) a carico dei figli verso i propri genitori anziani o non più autosufficienti.

Con la sentenza numero 44098/2016 la Corte di Cassazione ha stabilito che l’abbandono di genitori anziani costituisce reato. Recita infatti così la sentenza: «anche lasciare il padre anziano da solo può costituire un’ipotesi di abbandono di persone incapaci penalmente sanzionata».

 

I problemi della vecchiaia

Uno dei problemi maggiori che colpisce gli anziani è la solitudine, specialmente quando la famiglia, in particolare i figli, abbandonano l’anziano a sé stesso, inerme ad affrontare questa importante tappa della vita.
E’ proprio questa fase della vita la più fragile per il rischio di solitudine. L’abbiamo visto: abbandonare un genitore anziano è reato e può essere punito con sanzioni a livello civile e penale se perpetrato, purtroppo, dai familiari. Senza arrivare a questo caso estremo, in generale, la sensazione di abbandono non solo a livello fisico ma anche psicologico può causare uno stato di profonda vulnerabilità nell’anzianoche, inoltre, è spesso colpito da necessità basilari legati a problemi di salute e deve affrontare una fisicità molto diversa da quella del periodo adulto.

La perdita del compagno/a, la salute, il calo dell’autostima e il rischio di finire emarginato socialmente possono causare una grande perdita di attaccamento alla vita. La sensazione di non essere più utili né dal punto di vista lavorativo né da quello affettivo può deteriorare non solo la salute ma anche il benessere psicologico dell’anziano. L’anziano infatti rischia di percepirsi come un peso sia a livello economico che emotivo per la famiglia a cui appartiene. Le conseguenze di questo abbandono possono portare il soggetto a depressione, isolamento e altri problemi psicologici.

Bisogna solo riconoscere, responsabilmente, che la vecchiaia è solo un’altra fase della vita umana. L’anziano può occuparsi dei nipoti, sviluppare nuovi hobby e mantenere una vita sociale con la famiglia e gli amici. Anche la famiglia può avere diversi vantaggi dal rapporto con i genitori ormai anziani: saggezza, esperienza, sono solo alcuni dei benefici del trascorrere del tempo con i genitori.

Da un lato gli anziani hanno la necessità di affrontare il processo di invecchiamento, la fine della carriera lavorativa e i problemi di salute. Dall’altro lato i loro figli devono accettare i cambiamenti che colpiscono i genitori e il loro bisogno di aiuto. Solo affrontando questo percorso insieme sarà possibile accogliere con serenità e benessere l’arrivo della terza età.

 

Un altro rischio: l’autoabbandono

L’auto-abbandono è una criticità sempre più diffusa per gli anziani:vuol dire praticamente l’assenza di igiene personale, il non pagare le bollette, il non mantenere la pulizia e l’ordine in casa, il non procurarsi o prepararsi il cibo (che porta alla malnutrizione), il non ricercare cure mediche per i sintomi potenzialmente gravi, il non attenersi alle prescrizioni o non assumere i farmaci, il non presentarsi alle visite.

I fattori di rischioper l’auto-abbandono comprendono: isolamento sociale, disturbi che compromettono la memoria o il giudizio (p.es., demenza), presenza di più patologie croniche, abuso di sostanze, depressione grave…

Il termine “sindrome di Diogene” (altrimenti detta “sindrome dello squallore senile”)è stato coniato proprio per descrivere queste situazioni di pazienti anziani con grave auto-negligenza ed auto-abbandono, scarsa igiene personale e domestica, ritiro sociale, apatia, accumulo compulsivo di spazzatura, mancanza di vergogna e rifiuto dell’aiuto altrui.

Comprendere la differenza tra auto-abbandono e lo scegliere semplicemente di vivere in un modo che altri trovano sgradito può essere difficile. Gli assistenti sociali spesso sono nella posizione migliore per operare questa distinzione. Ma la famiglia cosa può fare?

 

La soluzione:

Accettare e scegliere per il trasferimento dei propri cari in una casa di riposo è la soluzione più sicura e sostenibile per l’anziano e per i suoi figli: scegliere di affidare i propri cari a una Residenza per anziani è una delle decisioni più importanti della vita.

Nelle nostre Residenze ogni famiglia ha la possibilità di delegare l’assistenza dei propri cari e di cancellare così affanni e preoccupazioni.

Gli Ospiti entrano a far parte di una vera e propria comunità, dove l’anziano ha la possibilità di trascorrere il tempo in completa privacy e partecipare alle molte attività di intrattenimento.

Chi sceglie le Residenze del Gruppo Votto Alessi trova una nuova casa, sicura e confortevole, per i propri cari, con personale sanitario qualificato e operatori specializzati vigili 24 ore su 24.

 

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